Che anche il Castello di Pizzo avesse i suoi bravi sotterranei è perfettamente normale. Un castello nato e sviluppatosi come fortezza militare non poteva non avere le sue vie di fuga. In caso di assedio gli occupanti del Castello dovevano avere la possibilità di allontanarsi senza essere visti dai nemici. I sotterranei costituiscono il piano seminterrato del Castello. All’epoca della sua costruzione non era tanto seminterrato in quanto ha delle aperture verso l’esterno attraverso le quali si poteva sparare con i fucili e o i cannoni dell’epoca del periodo Aragonese. Ad essi si accede attraverso una scala che partendo dalla base della Torre Mastra arriva fin al’inizio degli stessi. A metà percorso della scala si aprono altri locali che potrebbero essere delle entrate del piano scomparso del Castello di Pizzo. Al termine della scala ora perfettamente agibile a tutti si apre verso destra un pezzo di sotterraneo che sprofonda ancora per almeno un paio di metri e giunge ad una porta antichissima che tutt’ora è rimasta chiusa. Dovrebbe essere l’ingresso della importantissima via d’uscita che porta al Forte della Monacella della Marina di Pizzo circa 60 metri più in basso. Il forte è stato costruito nel periodo del Decennio Francese per difendere la costa di Pizzo dalle navi Inglesi. Fornito di postazioni di cannoni incuoteva reverenziale timori ai nagivanti dell’epoca. Ad esso si giungeva attraverso una stradella scavata a mezza rupe in modo tale da proteggere i soldati il più possibile da aggressioni esterne. Ancora oggi la stradella è perfettamente visibile lungo tutto il suo percorso dalla base del Castello fino all’arrivo al Forte. Accanto alla porta d’ingresso alla Via per la Marina, si apre un altro sotterrano che si dirige probabilmente verso il Palazzo di Corte detto Palazzo Gagliardi. Una tale ipotesi è credibile in quanto gli armati erano agli ordini dei feudatari di Pizzo che alloggiavano a Palazzo Gagliardi. Su questo lato destro dei sotterranei si aprono altre aperture che allo stato non si è in grado di dire con sufficiente attendibilità dove potrebbero o dovrebbero condurre come si può vedere nella figura 58. Svoltando invece a sinistra inizia un sotterraneo lungo quanto tutto il Castello infatti conduce dalla Torre Mastra alla Torre Piccola. Lungo questo sotterraneo il lato destro quello lato Sud Marina di Pizzo non presenza allo stato aperture di sorta, mentre il lato alla sinistra che corre sul lato Nord del Castello è ricco di ambienti e sotterranei i cui tragitti sono stati murati e dei quali è facile arguire che continuano da qualche parte. Il primo tunnel che si apre sulla sinistra del sotterraneo principale porta sotto la Torre Mastra e conduce a destra verso una postazione di archibugieri mentre verso sinistra scende e si perde nella terra. Per sapere se quello sotterraneo continui e porti da qualche parte bisognerebbe scavare, non c’è altro modo per conoscere dove porti e se porti da qualche parte. Continuando di apre un altro ambiente grande che all’epoca probabilmente era o un luogo di sosta dei soldati o una piccola prigione di rigore. Continuando ancora sempre sul lato sinistro si aprono altre postazioni di archibugi o di cannoni senza che emergano nuovi sotterranei. Alla fine del lungo corridoio è chiarissimo un nuovo grande sotterraneo murato che dovrebbe portare sotto la Piazza e precisamente sotto la Fontana del Commercio per poi dividersi in un sotterraneo che dovrebbe salire verso il Burrone dei Morti ed altri sotterranei con direzione la Piazza, La chiesa di San Giorgio ed il Rione del Carmine. Che sotto la Fontana del Commercio ci sia una grande ambiente con un’altra fontana di antica fattura ed uno o più sotterranei di cui uno con direzione sicura verso il Castello di Pizzo è stato verificata da appassionati privati durante i lavori di metanizzazione della Città di Pizzo. Che verso il Burrone dei morti corrano sotterranei è visibile ad occhio nudo solo se si osserva la parete del Burrone dei morti ponendosi dal Parcheggio oggi detto della Parrera.
Restano invece nell’alea della leggenda i mitici sotterranei che porterebbero verso il Castello della Baronia della Rocca Angitola e verso il Castello di Vibo, o almeno ad oggi non esistono le benché minime prove della loro esistenza. Da ultimo le Grotte scavate nel tufo che da Palazzo Gagliardi portano direttamente a fianco della Fortezza della Monacella in un punto dove fino a qualche decennio fa potevano arrivare direttamente le navi trattandosi di un punto di attracco profondo da quattro a cinque metri.-
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI