Il terremoto della Calabria del 1905 fu un grave sisma che si abbatté sulla Calabria centrale tirrenica, devastando una vasta area tra Cosenza e Nicotera, durante la notte tra il 7 e l’8 settembre 1905 alle ore 1:43. Il sisma ebbe una magnitudo momento di 7,06 (compresa tra 6,2 e 7,9 secondo vari autori) e un’intensità compresa tra il X e l’XI grado della Scala Mercalli. Esso provocò 557 vittime, la maggior parte nell’area del promontorio di Capo Vaticano. L’epicentro non è conosciuto esattamente, tre ipotesi prevalenti sono 38°80′N e 16°10E (nel mare al largo di Pizzo) 38°67′N e 16°07′E (tra gli abitati di Vibo Valentia e Cessaniti), e 38°63′N e 15°47′E (nel mare tra Capo Vaticano e l’isola di Panarea). Il terremoto provocò ingenti danni agli edifici e alle infrastrutture già carenti, devastando il territorio, molti dei danni e delle vittime furono dovute agli effetti sismogeologici come frane indotte, spaccature, scorrimenti del terreno e liquefazioni dei terreni sabbiosi, variazione del regime delle acque su di un’area estesa per oltre 6.000 km2. Ad esempio Aiello Calabro fu distrutto da una frana di crollo di una grande porzione rocciosa del monte sovrastante il paese. Il terremoto fu preceduto e seguito da numerosi fenomeni acustici e luminosi, come forti boati e luci boreali sul mare.
L’immagine rappresenta il Piazzale antistante il Santuario di San Francesco di Paola dopo questo catastrofico terremoto. Si vedono i gravi danni subiti dagli stabili a sinistra della Chiesa ma nel contempo si vedono affacciate dai balconi delle persone. La Chiesa anch’essa gravamente danneggiata mantiene quasi intatto il portale d’ingresso. Mentre completamente distrutta la parte alta della stessa. Si notano i gradini di fronte al portone ora completamente scomparsi. Salva la statua sopra l’ingresso che sembra essere quella di San Rocco che alza le vesti per far vedere le proprie ferite. Mentre sempre a sinistra della foto prima del piazzale dove si vede collocate delle baracche in legno si note un palazzo praticamente integro. Nell’abbigliamento del popolo predominano le tonalità scure, le camicie sono tutte senza cravatta e sembrano anche con il colletto ridotto come si usava nel 1800. Non si riscontrano particolari diversità in merito all’abbigliamento dei sacerdoti e dei componenti delle Congreghe le quali portano i propri stendardi. Non si vedono Santi portati in processione, cosa strana dato che il protettore dai terremoti è Santo Emiddio la cui effigie veniva e viene venerata nella Chiesa delle Grazie.
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI