NAPIZIA NELLA STORIA ANTICA DELLA MAGNA GRECIA(743 a.c. – 280 a.c.) II rilevamento delle isolette Itacesi al largo della marina di Pizzo.
II rilevamento delle isolette Itacesi al largo della marina di Pizzo. La storia di queste isole che fino a qualche secolo fa emergevano dal mare prospiciente la città di Pizzo e che oggi sono scomparse alla vista degli osservatori, si riallaccia all’antichissima tradizione che vuole riaffermare uno stretto collegamento tra le vicende seguite alla distruzione di Troia e la fondazione delle città della Magna Grecia della sponda del Tirreno.
La presenza di queste isolette nel golfo Lametino è interessante non per la loro consistenza geografica, ma per l’episodio riportato da Plinio, secondo cui esse servirono di ricetto per un certo tempo alle navi di Ulisse, il quale ritenne opportuno interrompere, per una qualche ragione, il suo viaggio periglioso, e sostare sulle isole per consentire il riposo dei suoi compagni, l’approvvigionamento necessario ai naviganti per il prosieguo del viaggio e la messa a punto delle navi e delle attrezzature di bordo. Gli storici ritengono che non a caso avvenne questo approdo, ma fu determinato dal fatto che la costa di rimpetto era abitata dai Napitini, e quindi da un popolo amico che avrebbe fatto di tutto per offrire ai naviganti, già stremati dal lungo viaggio, gli aiuti necessari. Seguendo il racconto di Plinto, apprendiamo che Ulisse viaggiando con le sue navi dopo la distruzione di Troia alla volta della sua patria, si riposò per qualche tempo presso alcune isolette che emergevano di fronte ad Hipponion. Per tale ragione, tali isolette sarebbero state chiamate Itacensi. Il Marafioti riporta le testuali parole di Plinio al lib. 2, f. 130: « Contra Hipponion Insulae sunt, quae Ithacensae apnellantur, Ulisse specula ». Anche il Barrio fa mensione di queste isolette, collocandole sotto Briatico presso il porto di S. Nicola. Invece l’erudito Scipione Mazzella pensa che le Isolette Itacensi siano quelle che si vedevano ai suoi tempi nei pressi di Pizzo. Infatti egli facendo la descrizione del luogo nominato Pizzo, vi comprende anche le accennate isolette. Nella sua opera « Descrizione del Regno di Napoli » seconda edizione, al foglio 151 così scrive: « Poscia si scorge il Pizzo in luogo molto aprico coll’Isolette Itacensi ». Lo stesso Lorenzo Anania, famoso geografo, avvalora tale ipotesi perché nella descrizione che egli fa del Pizzo nella sua opera « Fabrica del Mondo » (trattato I, foglio 56) così recita: « Poscia si scorge il Pizzo colle Isolette Itacensi ». Ilario Tranquillo ci attesta che ai suoi tempi (1725) erano ancora visibili alcune di queste isolette al largo del mare di Pizzo, di cui una nominata la Punta, emergeva ancora dalla superticie marina, mentre le altre chiamate la Pietraporcina e la Trepietre erano già in parte sommerse dall’arena sospinta dalle onde. Da questa circostanza il Tranquillo arguisce che vi sia stato un incontro amichevole tra i focesi, già abitatori della antica Napitia e gli Itacesi, compagni di Ulisse, che già durante la permanenza dell’assedio di Troia si erano conosciuti, istaurando rapporti di cordiale amicizia, come si conveniva a gruppi di greci che avevano militato nello stesso esercito. Fonte: <<CALABRIA DIMENTICATA>> di N.G. MARCHESE Edizioni STAGAME – Casavatore (NA)
IL LIBRO D’ORO DEI VISITATORI