Vincenzo A. Ruperto
9 agosto alle ore 15:54 ·

PIZZO e la sua tradizione tonniera in uno scritto del geografo bolognese Leandro Alberti del 1526.
…………………
Caminando poi tre miglia dall’Angitola fra folti boschi di Mortella, et poi fra vigne, ove sono anche molte specie di fruttiferi alberi, et massimamente di Cedroni, di Naranci, et Limoni molto ordinatamente piantati, appare un picciolo braccio di terra ch’entra nella marina, sopra il quale vi è il picciolo castello di Lopizzo.
Circa di questo lito, ciascun anno nel mese di Maggio si piglia gran numero di pesci Toni, et tanti se ne pigliano, che par cosa maravigliosa. Et quivi si salano, et poi sono portati così salati in qua, et in là per Italia. Onde mi dicevano gli habitatori del paese, che alcuna volta ne pigliavano al giorno da 500. insino a mille de’ detti grossi pesci, quando è la stagione che varcano per il mare.
Et mi narravano il modo, come fanno. Evvi una torre nel fine del Castello; che risguarda alla marina, ove nel tempo che passano detti pesci, sta un huomo pratico, et vedendo il gran movimento dell’acque cagionate dalla moltitudine de’ detti pesci, che fanno il varco, dà segno a i pescatori, i quali quivi stanno apparecchiati co i debiti stromenti, et quegli incontinente colà passando, ove ha dimostrato colui, con le barchette, intorniano tutta quella moltitudine con le reti, poscia pian piano conducendogli si appropinquano al lito già astretti nelle reti. Et mi dicevano, che non sarebbono bastevoli le reti di ferro a condurre tanta moltitudine, se havessero detti pesci il grugno duro, come hanno gli altri pesci, imperò che con la loro gran forza spezzarebbono ogni fortissima rete, ancor che di ferro fosse.
Ma havendo il grugno delicato, et tenero, non possono far quella forza, che sarebbe necessaria. Conciosia cosa che incontinente, come hanno toccato la Rete con il grugno sentono tanta doglia per la delicatezza di quello, che si rivolgono a dietro, et così si lasciano condurre al lito, ove sono pigliati.
Immagine del castello e abitato di Pizzo, 1498, da Codice Carratelli.