PREMESSA

SCRITTORE PER NECESSITA’. Mentre sono un accanito lettore se mi accingo a scrivere divento un pessimo scrittore. Ma a volte bisogna scrivere per necessità perché la conoscenza delle cose umane devono essere diffusa e per fare questo la scrittura è fondamentale. La presente è  una bellissima iniziativa di elevata levatura morale e dai grandi contenuti storici politici e diplomatici. I particolari rapporti tra  l’ITALIA  e la  FRANCIA approfonditi dal lato di coloro che li hanno fatti e vissuti costituiscono una novità culturale degna di essere ulteriormente approfondita e diffusa nelle due nazioni. Essa nasce da un’idea della Console Generale d’Italia a Parigi Signora Emilia GATTO che era quella di raccogliere brevi relazioni sulle vite degli Italiani andati a vivere a Parigi per i più svariati motivi e che vi erano rimasti fino alla morte e sepoltura nel Cimitero monumentale che si chiama “Pére-Lachaise”. Io sono stato coinvolto come Presidente dell’Associazione Culturale Gioacchino Murat Onlus di Pizzo. Dapprima ho indicato il Professore Franco Cortese e di poi, causa la indisponibilità dello stesso, lo scritto richiestomi, l’ho dovuto scrivere io. Ma si trattava di Murat, di un personaggio che studio e vivo da molti anni e quindi non ho incontrato difficoltà eccessive a realizzare uno scritto che tenesse conto delle richieste dei proponenti in funzione dell’uso al quale era destinato. Il libro è stato presentato alle Ambasciate d’Italia a Parigi ed a quella di Francia a Roma, adesso sta girando nei Consolati e di poi in giro per tutte le due Nazioni. Io sono stato invitato ad intervenire a Napoli davanti al Sindaco De Magistris, ai Consoli Generali d’Italia e di Francia e tantissime altre illustrissime persone. Ad un livello altissimo di parlerà di Murat e di Pizzo ed io non potevo mancare alla presentazione di questa grande opera che tanto lustro porterà a Pizzo ed a tutta la Calabria, oltre che alla memoria di S.A.R. Gioacchino Napoleone Re di Napoli dal 1808 al 1815.

FU’ UN GRANDE MILITARE.

Su Murat si è scritto molto sia per raccontarne le gesta militari con le quali, a seguito delle Campagne napoleoniche, si  coprì di gloria sui campi di battaglia di tutta Europa, sia per ricordare la sua azione di governo che tradotta in azioni politiche ed amministrative concrete gli consentì di rivoluzionare completamente il Regno di Napoli. Non più al centro di tutto il Re che da Napoli governava le lontane provincie, lasciate nelle mani dei Baroni, della Nobiltà e del Clero che disponevano come volevano delle vite e delle ricchezze del popolo, che godevano di rendite immense senza pagare tasse. Costoro dovevano tutto al Re verso il quale rivolgevano tutte le loro attenzioni mentre il popolo  era solo la mucca da sfruttare al massimo. Una delle prime leggi introdotta da Re Giuseppe fu l’abolizione della Feudalità che poi venne concretamente realizzate da Re Gioacchino. Essa segnò il punto di rottura tra vecchio e nuovo regime. Dopo di esso la retromarcia divenne impossibile e tutto quello che ne seguì furono scelte politiche volte alla costruzione di un regno suddiviso il Province con a capo i Prefetti ai quali vennero distribuiti i poteri prima tutti accentrati nelle mani del Re.

FU’ UN GOVERNO PROFONDAMENTE RIVOLUZIONARIO INNOVATORE NEL RISPETTO DELLE NUOVE IDEE E NUOVE SCIENZE DEL PERIODO.

Passando ad una brevissima analisi delle cose concretamente fatte da Murat egli si preoccupò di ricreare un efficiente sistema di strade che facilitassero i collegamenti tra le varie Città e Comunità che formavano il suo Regno; Favorì l’ammodernamento delle Città consentendo la ricostruzione dei Centri storici secondo i nuovi principi dell’urbanistica moderna e cioè non più intorno alla cattedrale o al Castello ma come raggruppamento di strutture, come I MODERNI CENTRI DIREZIONALI erogatrici di servizi a tutta la popolazione. Dove possibile  l’idea fu della Stella che con i suoi raggi rendeva il Centro facilmente accessibile da ogni punto della città. Famosi i Borghi murattiani della Puglia con quello famosissimo di Bari in testa.

Vennero costruiti i Cimiteri, vennero separato i canali di acque bianche da quelli delle fogne. Vennero costruiti nuovi ospedali, risistemati i Porti e tutto il sistema difensivo del Regno compresi i ponti, vennero emanati editti per promuovere l’insegnamento a carico delle Parrocchie ed eliminare l’analfabetismo.

Quella di Murat fu una operazione politica di vasta portata e di rilevanti dimensione finanziata con le ricchezze immobiliari (terreni e fabbricati) sottratte agli Ordini Religiosi che vennero aboliti. Beni che vennero trasformati in strutture civili al servizio delle Città.

Dopo di Lui con il ritorno dei Borbone tutto si fermo e le popolazioni meridionali caddero in uno stato di colpevole e sofferta indifferenza che lo porto a subire un progressivo impoverimento sia materiale che immateriale dal quale ancora non è più uscito.

Murat fu un grande Re la cui vita merita di essere ricordata come esempio alle generazioni future.

Ma fu anche un re sfortunato come la maggior parte dei Marescialli di Francia compreso lo stesso Napoleone. Morì a Pizzo per fucilazione eseguita, dopo un Processo farsa,  della Guardia Reale Borbonica trasferita appositamente da Messina al Castello di Pizzo per ordine di Re Ferdinando.

E’ sepolto a San Giorgio in una fossa comune dove giace insieme ai resti mortali di migliaia di Italiani suoi contemporanei.

Le sue testimonianze sono diffuse nei Musei Napoleonici di tutta Europa ma non esiste un vero Museo a Lui esclusivamente dedicato.

E se è vero come è vero che i Musei sono i luoghi in cui viene conservata la memoria dei grandi uomini quella della vita di Re Gioacchino merita certamente di essere conservata e valorizzata.

Re Gioacchino Murat fù tante cose insieme: Grande Cavaliere, Buon Re, Grande costruttore, profondamente riformista in attuazione dei principi dell’illuminismo francese. Credeva veramente in quei principi di libertà, fratellanza e legalità propugnati dalla Rivoluzione e molto fece nel suo Regno per dare loro concreta attuazione.

FU’ PIONIERE DEL RISORGIMENTO ITALIANO

Ma ancor di più credeva in un’Italia Unita, una grande nazione posta al centro del Mediterraneo avamposto della civiltà Europea. Fù il primo regnante dai tempi dei Romani a coltivare simili pensieri e progetti. Il Proclama di Rimini fù l’atto che più di tutti consente di definire  Gioacchino Murat un francese d’italia.

LA TOMBA DI MURAT

Da ultimo pochi pensieri sulle tombe di Murat. Se ne conoscono almeno quattro: due in Francia di cui una a Parigi al Père-Lachaise ed la seconda a Le Bastide Murat, mentre le altre due sono in Italia delle quali una, impreziosita dalla bellissima statua del Vela, nel Cimitero Monumentale di Bologna e da ultima la FOSSA COMUNE di Pizzo Calabro dove ogni anno con una Messa solenne, alla presenza dei famigliari, l’Associazione Culturale Gioacchino Murat  Onlus, fa celebrare una Messa solenne in suffragio dell’anima del Re. Evento spesso replicato da altri simili fatte nel corso degli anni da persone i cui Avi furono beneficate da Murat sotto il suo Regno [eventi segnalatemi dall’Arciprete Don Antonio Gaccetta, Parroco di San Giorgio recentemente scomparso). Da ultimo pochi estate fa’ ho trovato personalmente un piccolo vasi di fiori sulla lapide marmorea che segna il luogo della sepoltura. Dopo una brevissima indagine vennimo a conoscenza di una famiglia venuta espressamente da Napoli per compiere l’atto di pietà, subito ripartita per rientrare a Napoli. Quindi non erano turisti napoletani molto numerosi durante l’estate in Calabria ma veri murattiani. 

Ma la mia Associazione non si limita solo a questo. Ma pensa anche alla tutela, promozione e valorizzazione del ricordo di questo illustre personaggio realizzando annualmente, con la partecipazione di importanti Associazioni e Gruppi Storici Italiani e Europei,  la Rievocazione storica dello sbarco, arresto, condanna e fucilazione del Re Gioacchino Murat, per assistere alla quale invitiamo frequentemente, in particolare, oltre che ai famigliari discendenti del Re anche le principali Associazione murattiane- napoleoniche di Francia e precisamente  il “Souvenir Napoleonien” di Parigi e “Les Amis du Musee Murat” di La Bastide Murat. Concludo ringraziando il Console Generale Italiano di Francia a Parigi Dottoressa Emilia GATTO che con la propria genialità ha consentito tutto questo, l’ospitalità del Console Generale di Napoli insieme al Console Onorario di Cosenza che, se coinvolti, hanno sempre affiancato l’Associazione nelle sua iniziative. Su Murat la parola fine ancora non è stata posta. Molto resta da fare sia per approfondire l’ultimo periodo storico vissuto in Calabria fino alla morte, sia per continuare le ricerche dei resti mortali sia, infine, per dargli una sepoltura degna di un Re. Grazie. Giuseppe Pagnotta